Dalla pagina Facebook di Pietro Calabrese
Delrio: “Atac rischia di fare la fine di Alitalia - Lo Stato non darà altri fondi - Sì alle gare”.
Sono tre recentissime affermazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Esprimono la volontà di liberalizzare il trasporto pubblico romano, cioè l’opzione per cui Atac perda il servizio, che come conseguenza diretta porterebbe allo smantellamento dell’azienda pubblica, con altissima probabilità di licenziamento dei dipendenti, dismissione e abbandono delle strutture. Definiscono perfettamente la continuità con quanto distrutto da chi ha governato prima di noi, l’obiettivo di chi si sta opponendo alla volontà dei romani espressa alle urne 1 anno fa: proprietà e servizio devono rimanere Pubblici. Ed ovviamente efficienti. In poche parole, risanamento, normalità.
Si potrebbe disquisire per ore sui motivi delle varie gestioni fallimentari come quella di Alitalia, dove la prima responsabile in assoluto è la politica che così come per Atac l’ha condotta al disastro. Ma poi sembra che in ogni post i 5 stelle vogliano fare polemica scaricando i propri doveri, come dicono di noi qui a Roma. Allora vediamo cosa serve, e soprattutto di chi sono gli oneri finanziari, perché qualcuno sta distraendo un po’ troppo dalle questioni strutturali.
Quindi, qualsiasi sarà la scelta sul piano industriale e finanziario di Atac, è un debito poco sostenibile perché finora senza garanzie di entrate certe, che possono provenire proprio dalla realizzazione e messa in esercizio di linee di trasporto su ferro (la famosa ‘cura del ferro’ proclamata ma mai avviata dagli scienziati Tocci e Rutelli fino a Improta e Marino), come dimostrano i bilanci di aziende di trasporto di Berlino e Parigi, con debiti molto più consistenti di Atac, ma con imparagonabili infrastrutture che generano una incomparabile garanzia economica, ed efficienza di servizio. Differenze che si notano perfino con Milano, dove il tpl offerto da tram e metro continua ad aumentare mentre è già arrivato al 50%, contro il 20% di Roma, la Capitale.
Un assurdo cronico su cui in pochi mesi abbiamo già dato tutti gli indirizzi di cambiamento definendo tutte le opere irrinunciabili come ‘invarianti’, avviato gran parte delle relative progettazioni, alcune realizzazioni saranno finanziate addirittura entro l’anno, e programmato un coinvolgimento mai considerato prima, la partecipazione della cittadinanza per il completamento del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile https://www.comune.roma.it/pcr/it/newsview.page?contentId=NEW1577070 , dove da settembre in poi raccoglieremo ogni idea e volontà a sostegno di ulteriori opere, comprese le metro, tutte da finanziare come sapete solo con un impegno straordinario del governo statale.
A scanso di equivoci è chiaro che vi sono innanzitutto gli indirizzi su tutte le altre questioni relative ad Atac, che come Commissione e Assessorato alla Mobilità abbiamo dato da quando ci siamo insediati. Però serve una dirigenza che li voglia attuare. Per questo abbiamo salutato il precedente DG, incaricato per il suo curriculum ma poco propenso a metterlo in pratica anche a Roma https://www.facebook.com/pietrocalabresem5s/photos/a.1605800656413580.1073741828.1603081253352187/1872819169711726/?type=3&theater , e rinnovato il vertice con professionisti già al lavoro con noi da 8 mesi.
Ma, ripeto, servono finanziamenti straordinari per nuovi interventi infrastrutturali. Molti tecnici affermano che per realizzare finalmente a Roma quanto fatto ad esempio negli ultimi dieci anni a Madrid serve una forza politica libera dai soliti condizionamenti di parte. Noi siamo pronti, e non servono tavoli infiniti con Regione e Stato, o peggio, dichiarazioni come quelle del Ministro. Serve avere coscienza di un cambiamento improrogabile. Roma è Capitale anche di tutte le forze politiche, per cui non è più tempo di polemiche, ora serve solo la volontà di fare. Per questo abbiamo scelto di proteggere la discussione incentrandola solo su idee e proposte tematiche, grazie al coinvolgimento di qualsiasi cittadino voglia partecipare, a prescindere dalla forza politica di cui fa parte.
Delrio dice che non darà altri fondi ma dovrebbe sapere che sono quelli promessi a Roma da settant’anni. Sono quelli che i romani nello stesso periodo hanno pagato tutti i giorni, con le tasse più alte d’Europa.
caro Ministro, #coraggio.
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