I Radicali: La relazione dei revisori legali che hanno certificato i dati presentati al tribunale fallimentare conferma quanto andiamo ripetendo da settimane: la proroga del contratto di servizio in house ad Atac è di dubbia praticabilità, ed è a forte rischio di impugnazione non soltanto da parte dell’Antitrust, ma anche dell’Anac e di eventuali imprese concorrenti.
La pietra angolare su cui poggia tutto quanto è stato fatto dall’amministrazione negli ultimi mesi per scongiurare l’unica soluzione praticabile, quella offerta dal nostro referendum ‘Mobilitiamo Roma’ e sottoscritta da 33mila cittadini, cioè la messa a gara e l’apertura alla concorrenza, si conferma tutt’altro che stabile: mentre il servizio continua a precipitare, gravando sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle finanze comunali. Una scelta, lo ripetiamo, sciagurata, della quale l’amministrazione Raggi dovrà assumersi tutte le responsabilità. Intanto il 3 giugno i cittadini potranno finalmente pronunciarsi, e nonostante i ripetuti tentativi della giunta di depotenziare il referendum a scapito della partecipazione popolare, sarà un momento decisivo per il futuro e per il rilancio della città”.
Così in una nota Riccardo Magi, candidato di “+Europa con Emma Bonino” nel collegio uninominale di Roma 10, e di Alessandro Capriccioli, capolista a Roma di “+Europa” alle regionali del Lazio, promotori del referendum Mobilitiamo Roma.
E’ quanto recita un ordine di servizio emesso dalla società Atac spa oggi. “In particolare- si legge nell’ordine di servizio – le deleghe riguardano: selezione, assunzioni, promozioni e licenziamenti del personale dipendente della società, con la sola eccezione dei dirigenti, determinandone inquadramento, mansioni e retribuzioni; compimento di atti relativi alla gestione del personale, rilasciando attestazioni riguardanti il personale, sia per gli enti previdenziali, assicurativi o mutualistici; sottoscrizioni di transazioni e conciliazioni giudiziali, esperimento nell’interesse della società del tentativo di conciliazione, in sede sindacale, sia presso le commissioni di conciliazione istituite presso la direzione provinciale del lavoro e infine, rappresentare la società dinnanzi alle organizzazioni sindacali di categoria sottoscrivendo verbali delle riunioni e gli accordi sindacali che non comportino atttribuzioni economiche alla generalità dei dipendent
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