da: Artslife
Viene solitamente considerato una delle realizzazioni maggiormente rappresentative dell’architettura italiana del Rinascimento, in quanto ne esemplifica alcuni temi fondamentali come la pianta centrale, la ripresa dell’architettura romana antica, la ricerca proporzionale e geometrica nel rapporto tra le parti. L’edificio fu realizzato da Donato Bramante tra il 1502 e il 1509, sebbene fosse stato ordinato dai reali di Spagna in adempimento del voto fatto per la nascita del loro primogenito, Giovanni, morto però prematuramente nel 1497. Doveva inoltre celebrare il martirio di San Pietro che, secondo la tradizione, era avvenuto proprio sul Gianicolo.
Come arrivare |
Da Termini: Autobus 40 per 6 fermate, fino a Ponte Vittorio Emanuele, 50 metri a piedi fino alla fermata Paola, da li l'autobus 115 fino alla fermata Garibaldi/Iacobucci, 150 metri a piedi e sei arrivato |
Foto di @DPipit1 |
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Foto di Valeria Petricca |
Meno noto è sicuramente il numero elevato di elementi simbolici custoditi nel Tempietto: la cripta, il sacello e la cupola potrebbero infatti rappresentare rispettivamente la Chiesa originaria delle catacombe, la Chiesa contemporanea militate e la Chiesa trionfante nella gloria del Cielo. Le sedici colonne presenti lungo il perimetro non sono poi disposte in un numero casuale. Il numero 16 è infatti considerato perfetto da Vitruvio, i cui scritti furono certamente noti al Bramante ed inoltre il 16 è scomponibile anche in 8 + 8 e l’8 è un numero molto rappresentativo, perché significa infinito ma anche morte e resurrezione.
Foto di @adealdis |
Non c’è da stupirsi quindi se, in campo architettonico, fu proprio Donato Bramante, fondendo insieme l’idea dell’antichità classica con quella di ispirazione cristiana e dimostrando un’altissima abilità scultorea, a gettare le basi per la più elaborata architettura barocca del secolo seguente e non solo. L’influenza del suo Tempietto è stata infatti incalcolabile ed effettivamente possiamo “rivederla” nella cupola della Basilica di San Pietro di Michelangelo, in quella del Campidoglio a Washington D.C. o ancora nel Pantheon di Parigi, per nominare soltanto le opere più famose tra quelle costruite nei secoli successivi.
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