La necessità di arrivare al mare


Fin dall’epoca degli antichi romani fu chiara l’importanza di uno sfogo marittimo per la Capitale dell’Impero e questa fu la ragione per la quale sorse il grandioso centro mercantile di Ostia, di cui rimangono importanti resti nella zona di Ostia Antica





Col trascorrere dei secoli, però, e col l’oscuro periodo della decadenza medievale, il porto di Roma perse man mano il suo splendore, finché, a causa della sedimentazione della foce del Tevere, il centro abitato fu definitivamente abbandonato.

Il Castello di Giulio II nel borgo di Ostia Antica è un altro esempio di come si tendesse, anche in questa epoca, a cercare di avere il controllo dello sbocco sul mare.


Edificato tra il 1483 ed il 1486 - ma il borgo ha origini molto precedenti - ha svolto il suo ruolo di caposaldo militare e dogana pontificia fino al 1557 quando una piena modificò definitivamente il corso del Tevere.

Verso la metà del diciannovesimo secolo, la ventata di modernizzazione e di progresso, fece risorgere l’idea di utilizzare la foce del Tevere come porto di Roma, in modo tale da consentire l’attracco di navi incapaci di risalire il Tevere fino ai porti di Ripa Grande e di Ripetta.

Sorgeva quindi il problema di collegare il futuro porto di Roma con il centro della città e pertanto, nel 1868, fu presentato per la prima volta il progetto di creare una ferrovia che portasse da Roma al Lido: la ferrovia Roma – Mare.

Ma la fine degli anni sessanta del 1800 non furono anni tranquilli alle nostre latitudini...





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