Grandi manovre in #Atac

#RassegnatiStampa - Broggi batte un colpo - E' in uscita (salvo complicazioni) la macrostruttura di Atac - Trenta i dirigenti che il nuovo ad Broggi è intenzionato a mandare a casa. L'ex dg Antonio Cassano messo “a disposizione”, così come Gioacchino Gabbuti - Via tutti gli alemanniani che però fanno resistenza. La “zarina” Guidotti da venerdì è ammalata - Il no della politica frena il varo della nuova organizzazione, si decide martedì in un vertice. Tabacchiera rimane all'Agenzia per la Mobilità - Sarà lunga, sarà dura, ma dopo questi balletti gradiremmo che qualcuno si occupasse del servizio...





Rivoluzione Atac, Pd punta i piedi. Ecco la “macro”, si torna la passato

E' un braccio di ferro che continuerà sino a domenica mattina. Poi Pd e Sel, scioglieranno il nodo sulla nomina di Pietro Spirito alla Direzione Centrale Operazioni per avviare la rivoluzione di Atac. Il sesto o settimo tsunami degli ultimi quattro anni.

Affaritaliani.it pubblica in anticipo la nuova macrostruttura dell'azienda dei trasporti (quila struttura), già scritta dall'Ad e condivisa col sindaco Ignazio Marine e subito messa nel freezer in attesa che il blocco della politica del centrosinistra sciolga la riserva.
Ma che succede in Atac? Pressata dai debiti e da una qualità del servizio chiamata a sforzi impossibili in vista del progetto di pedonalizzazioni del sindaco, è in corso la grande epurazione. Via tutti gli uomini piazzati ad hoc da Alemanno, molti dei quali sono stati avvicinati con la richiesta di lasciare. L'ex direttore generale Antonio Cassano dalla scorsa settimana è a disposizione e si racconta siano in corso i negoziati per quantificare la buonuscita. Identico discorso per Gioacchino Gabbuti, privato della scrivania in Atac Patrimonio e in attesa di capire su quale collina di denaro si dovrà sedere.

Anche la “zarina” Stefania Guidotti, la cui carriera fulminante era iniziata con Adalberto Bertucci è in odore di “cacciata”. Da venerdì scorso è ufficialmente in malattia e si dovrà attendere il suo rientro. Stessa sorte per gli alemanniani Di Luzio, Ponzio e Guido Morese per i quali le trattative sarebbe serrate.

In totale lo spoil system chiesto a gran voce dal Pd in testa, dovrebbe portare fuori dall'azienda 30 dirigenti per diversi motivi sgraditi al nuovo corso. L'intero pacchetto si è però fermato sul manager Pietro Spirito non gradito per via del suo impegno diretto nella costruzione del programma elettorale di Marino. Oltre i gossip e le appartenenze, la realtà dello scontro tra “uomini del sindaco” e apparato di partito è sull'equilibrio delle rappresentanze. Anche se piena di debiti, Atac rappresenta uno dei big spender della città e come sempre una bacino eccezionale di consensi politici.

La nuova “macrostruttura” ridipinge Atac facendola tornare indietro al 25 gennaio 2013. Tolto Antonio Cassano, non esiste più una Direzione Generale e, ad esclusione dell'auditing tutto fa capo all'Ad Danilo Broggi. Anche le manutenzioni, pietra dello scandalo della passata gestione ora non sono più “centrali” rispetto alla prima linea dei manager e finiscono di nuovo nelle direzioni operative. La scacchiera del nuovo corso sembra proprio un ritorno al passato, in particolare a quella transizione iniziata con la nomina di Basile e poi interrotta bruscamente.


Sempre in materia di trasporti, tramonta d'ipotesi di rimuovere o “invitare alle dimissioni” per il presidente dell'Agenzia, Massimo Tabacchiera. L'avvio del trasporto scolastico e disabili e le successive modifiche che hanno normalizzato il servizio, hanno convinto l'assessore Improta a mantenere il manager al suo posto. Sarebbe difficile d'altronde rimuovere l'unico manager di società partecipata dal Comune che ha portato sempre bilanci in attivo.

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