Voci dalla Roma-Lido: #regiodecretonuntetemo


#regiodecretonuntetemo cresce e lotta insieme a noi! Corriere della Sera: Roma-Lido: vietato soffrire e fotografare - Disagi sui treni, Atac persegue chi documenta - Affari Italiani: fate le foto: noi le pubblichiamo. E poi la parola ai Paladini. Si prepara un bell'autunno... 


Roma-Lido: vietato soffrire e fotografare Disagi sui treni, Atac persegue chi documenta 

La denuncia a un avvocato che riprendeva le scale mobili non è la prima. Anziché preoccuparsi di migliorare le condizioni di viaggio l'azienda se la prende coi passeggeri. 

ROMA - Una legge vecchia di 71 anni in grado di scatenare polemiche e discussioni sui moderni mass-media. «Vietato pensare, vietato soffrire il caldo e, soprattutto, vietato fotografare», ironizzano come sempre gli utenti della ferrovia Roma-Lido su odisseaquotidiana.blogspot.it, social network tra i più utilizzati per sfogare la rabbia dovuta ai continui disservizi della linea. Nel mirino degli esasperati viaggiatori, ci è finita anche una questione complessa come il divieto di effettuare riprese o scattare fotografie sulla tratta maledetta. Molti utenti web utilizzano ora l’hashtag #regiodecretonuntetemo per contestare l'atteggiamento dell'azienda di trasporti pubblici, disegnando anche una spiritosa maglietta con le manette e la scritta: «Roma-Lido Collezione Autunno Inverno 2012» 

POCHE SPERANZE PER I PENDOLARI - Una querelle non nuova per la «Compagnia della Roma-Lido» (citazione del primo capitolo della saga del Signore degli Anelli, ndr), la massa di cittadini di ritorno dalle vacanze con poche speranze di veder improvvisamente spariti disagi e caos sulla metro del mare. Nell’estate 2012 la tratta non ha certo spiccato per funzionalità e comfort, con temperature africane e poco personale nelle stazioni fantasma. «Atac Attak» si intitola l’ultimo scherzoso post e il riferimento è proprio all’episodio consumatosi solo 24 ore prima sulla linea. continua...


Il caldo. Solo le alte temperature di luglio e agosto, unite ad un tasso di umidità elevatissimo possono giustificare l'attacco di follia collettiva che si sta impadronendo della città. Se poi a perdere il libero arbitrio e sprofondare nel delirio da termometro sono gli asset fondamentali dell'organizzazione cittadina, come la Polizia Locale e l'Atac, forse c'è da preoccuparsi.

E poi c'è l'Atac. Per esperienza personale diretta, chi scrive ben conosce come la scassatissima Atac faccia fatica persino a sopravvivere a se stessa. Troppi impiegati, troppo sindacato, troppa politica, troppo poca voglia di fare e troppe leggi incancrenite che disciplinano il lavoro dei autoferrotranvieri.

Dopo le sciagurate gestioni degli ultimi anni, qualcosa si muove. L'azienda ci prova, reagisce ma poi scivola sulla storia. È accaduto così che un avvocato un po' polemico, sorpreso a fotografare una stazione ferroviaria, sia stato denunciato in violazione di un Decreto del Re, datato 1941, che vieta in tempo di guerra le foto alle infrastrutture strategiche. Semmai, dovrebbero essere l'Atac e il Comune di Roma ad essere denunciati, perché sono convinti di vivere ancora nell'altro secolo e perciò trattano le infrastrutture come se il Paese fosse in guerra. Le metropolitane brillano per sporcizia e abbandono, i bus puzzano e l'Atac invoca il decreto del Re. Un dispositivo di legge, addirittura successivo al ben più noto 148 dell'8 gennaio del 1931 che regola passo passo come deve essere organizzata un'azienda di trasporto pubblico e come vanno gestiti i tranvieri. Lo stesso corpus che da sempre viene additato come uno dei principali mali del settore, il cancro che uccide il trasporto e che dispone un periodo di prova di un anno per i neo assunti e che retrocede l'agente che “si rende colpevole di offesa contro la persona del Re, dei Principi della Real Casa, del Capo del Governo, e contro il Regime”.

Eccolo il 148, il progenitore del decreto che vieta le foto e che l'Atac ha invocato. Orbene, l'azienda faccia i suoi passi, noi invitiamo tutti gli utenti dei mezzi pubblici a fotografare sporcizia, degrado, malfunzionamenti e interruzioni del servizio. Perché il Regio e l'Atac nulla possono contro il diritto di cronaca e contro il dovere di denunciare la città che non funziona.
Le foto corredate da luogo, data e ora dello scatto e da una breve descrizione delle circostanze, nonché da dati anagrafici verificabili, possono essere indirizzate via mail a: roma@affaritaliani.it Le pubblicheremo tutte e vediamo se l'Atac si appella di nuovo alla preistoria, oppura usa le energie per migliorare le infrastrutture.

La Voce dei Pendolari

 

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